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Per Aspera Ad Veritatem n.4
Evoluzione mafiosa e tecnologie criminali

G. De Leo, M. Strano, G. Pezzuto, L. C. de Lisi (Giuffré Editore Milano, 1995)





I processi di innovazione mafiosa e l'evoluzione delle tecnologie criminali definiscono la difficile area tematica attorno alla quale ruotano i contributi di questo volume che è nato dall'incontro e dalla collaborazione, in ambito universitario, di studiosi della devianza criminale e di operatori istituzionali impegnati in vari settori di analisi dei grandi fenomeni criminali.
L'obiettivo generale del libro è quello di valutare, all'interno della complessa interazione tra mafia e società, quali strategie e quali tecnologie vengono via via adottate dalla criminalità organizzata per mantenere quello che si potrebbe definire un "adeguato bilancio organizzativo interno ed esterno".
Gli autori hanno provato ad avviare alcune prospettive di riflessione in tale direzione, con un approccio pluridisciplinare che valorizza percorsi conoscitivi psicosociali, sociologici, economici e giuridici.
Nella prima parte, Gaetano De Leo, titolare della cattedra di Psicologia Giuridica all'Università "La Sapienza" di Roma, pone l'esigenza di un approfondimento e di un aggiornamento delle conoscenze sui processi sociali, familiari, gruppali e psicologici che garantiscono alla mafia la tenuta delle condizioni di consenso, omertà, influenza sociale, necessarie per affermare un controllo sufficiente della rete di rapporti interni, di confine ed esterni alle organizzazioni criminali. In particolare, viene avviato un lavoro preliminare di riflessione e di ipotesi sul rapporto e sulle interconnessioni esistenti tra: a) le strategie di sopravvivenza-cambiamento della mafia; b) la questione dei minori e della loro strumentalizzazione; c) le funzioni delle donne e delle famiglie; d) le ambivalenze dell'immagine sociale della criminalità organizzata.
Nella seconda parte, Marco Strano, ricercatore presso la cattedra di Criminologia dell'Università "La Sapienza" dove coordina un Seminario permanente sulle organizzazioni criminali, propone uno studio dei gruppi criminali fornendo un quadro di riferimento di contenuti e metodologie utili alla sistematizzazione dell'analisi di aggregazioni criminali complesse. Tale approccio di studio deriva in parte dalla criminologia e in parte dalla psicosociologia del lavoro e delle organizzazioni e si prefigge lo scopo di mettere a punto uno strumento più aggiornato anche per cogliere l'evoluzione delle formazioni criminali di tipo mafioso attraverso percorsi di sperimentazione e di analisi innovativa.
La terza parte, che è opera di Giancarlo Pezzuto, Ufficiale superiore della Guardia di Finanza, osserva il rapporto interattivo tra produzione normativa antimafia e processo di adattamento dei gruppi criminali. Attraverso un excursus che inizia dalle prime leggi contro la mafia rurale, l'autore giunge fino ai provvedimenti normativi più recenti mettendo in evidenza le tecniche - adottate di volta in volta - con le quali le organizzazioni di tipo mafioso tentano di eludere le strategie poste in essere dalle agenzie di controllo istituzionale.
La quarta e ultima parte, a cura di Luigi Ciro de Lisi, anche lui Ufficiale superiore della Guardia di Finanza, rappresenta un'analisi conoscitiva di alcune strutture e dinamiche mafiose, con particolare attenzione rivolta al riciclaggio di "denaro sporco" e al processo di finanziarizzazione della mafia internazionale. Questa indagine è frutto delle esperienze investigative di operatori di polizia specialisti nel settore ed evidenzia l'elevata professionalità raggiunta da alcune grandi organizzazioni criminali e, nel contempo, l'esigenza di ricercare, da parte delle agenzie istituzionali, sempre nuove e più incisive strategie di risposta.
La costruzione generale dell'opera vede insomma il contributo di autori con diversificate esperienze scientifiche e professionali e rappresenta un esempio di approccio multidisciplinare la cui validità - nell'ambito dell'analisi delle organizzazioni criminali - sembra emergere da numerosi contesti accademici e istituzionali anche, talvolta, a scapito dell'omogeneità dei testi dal cui raffronto appaiono, necessariamente, differenze di formazione e di linguaggio ma che trovano comunque una linea comune in direzione di una più approfondita conoscenza di una fenomenologia che sembra sempre più radicarsi in tutti i sistemi sociali.



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